Da "CASA DI RIEDUCAZIONE" di Valentino Zeichen. Versi scelti

 

 

 

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Valentino Zeichen (Fiume, 1938; Roma, 2016), intellettuale tra i più originali del panorama contemporaneo, ha esordito con la raccolta poetica Area di rigore (1974), cui hanno fatto seguito Ricreazione (1979), Pagine di gloria (1983), Museo interiore (1987), Gibilterra (1991) e Metafisica tascabile (1997), che lo hanno consacrato come uno dei poeti di spicco della nuova Scuola romana. Muovendosi tra avanguardia e tradizione ha poi pubblicato, sempre in versi, Ogni cosa a ogni cosa ha detto addio (2000), Poesie 1963-2003 (2004), Neomarziale (2006) e Casa di rieducazione (2011). Ha inoltre scritto il romanzo Tana per tutti (1983) e i lavori in prosa Apocalisse nell’arte (2000), Aforismi d’autunno (2010), Il testamento di Anita Garibaldi (2011) e La sumera (2015).
Postumi sono stati pubblicati i volumi Le poesie più belle (2017), il Diario 1999 (2018) e il Diario 2000 (2019).

 

 

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Da CASA DI RIEDUCAZIONE (Milano, Mondadori 2011)
 

 

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D’incerte generalità

L’anfisbena non sfigura
anche se non si sa bene
a quale specie appartiene,
forse al rettilario mitologico.
È come un verso palindromo
avendo una testa in coda
e una analoga a capo.
Entrambe si muovono al contempo
nelle opposte direzioni del tempo,
a riprova che questi è immoto
perciò essa è mansueto
modello all’oreficeria.

 

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Poesia

Si dice che la poesia
manchi di vero slancio,
che non sappia più volare
poiché non più sorretta
dai grandi angeli alati.
Che farci? È un mondo
di poeti atei che volano
preferibilmente in aereo.

 

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L’arcobaleno dei pacifisti

Quell’arcobaleno della pace
esposto a balconi e finestre
sventola per l’elevato valore
delle proprietà immobiliari.
A me per l’irritazione sale
la quotazione della pressione.
Aggiunge sincero l’amico Nico
dandomi del povero micco:
“Col fine propagandistico
della concordia universale
esponiamo le bandiere
per preservare le case
e scongiurare la calamità
d’un eventuale conflitto sociale.”

 

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Divina anonima

Vorrei che la tua mano
sostituisse quella mia
per ricopiare la poesia
in elettrica calligrafia.
Nel contratto capestro imponi
un baratto assai oneroso:
tutte le notti sesso e sesso
contro un filo d’inchiostro.
Dovrei avere palle cariche
invece che biglie di naftalina,
purtroppo nei miei coglioni
non ci sono altre munizioni.

 

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Novembre, l’undicesimo

Nel calendario romano arcaico
era il nono mese dell’anno,
nel gregoriano è il doppio uno.
La coppia di numeri uguali
fa le veci delle lancette
sulle torte cifrate come orologi,
e affettano minuti e decenni,
al contempo anche compleanni.
La penultima fetta è la porzione
funebre della torta annuale:
il millefoglie autunnale.

 

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Italia
Italia soprattutto

Gira, gira la ruota della storia
irraggiata dalle nazioni
e noi raggio di gloria
fissato al mozzo del sole.

Italia, Italia soprattutto
nel nucleo del tuo nome
fondiamo i nostri cuori
e diveniamo tuoi servitori.

Italia, cara Italia
non con retoriche armi
ma con belle arti
il mondo dobbiamo conquistar.

In piedi, in piedi fratelli
sfilano gli avi ingegni
e noi vogliamo esser loro degni
per poterli rimpiazzar.

 

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A Mireille

Cos’è il tempo? quello
che nasconde nei numeri
i secoli trascorsi,
e non dichiara mai
la sua vera età.
Si dubita che ne abbia una
visto che ringiovanisce
quotidianamente.

A ogni inizio d’anno nuovo
per scaramanzia
le metto sempre
un calendario nella valigia
affinché abbia un ricambio
di giorni futuri.

 

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La mattanza della Bellezza 

All’avvistamento della Bellezza
appena una polena che fende l’onda,
e all’istante cala la benda nera
sull’occhio critico del pirata
dall’affilata Cortellessa tra i denti;
e inizia l’allegra mattanza
della sirena nella tonnara.
Ma nell’ambito letterario contemporaneo
l’innominato pratica il volontariato
e rianima sperimentalisti smorti.