Da "DALLO STESSO LUOGO" di Giampiero Neri
Giampiero Neri, nome d’arte di Gianpietro Pontiggia, è nato ad Erba il 7 aprile del 1927 ed è scomparso a Milano, lo scorso 14 febbraio 2023. Giunto tardi alla pubblicazione, dopo una vita spesa in banca, Neri ha ricevuto un tempestivo riconoscimento dalle voci a lui contemporanee e più attente: Giancarlo Majorino, Giovanni Giudici, Giovanni Raboni su tutti. Al libro d’esordio con Guanda, L’aspetto occidentale del vestito (1976), hanno fatto seguito Liceo (1986) e Dallo stesso luogo (1992), riuniti nel 1998 in Teatro naturale, che segna l’inizio della collaborazione con Mondadori. A partire dal 2000 la produzione si è intensificata: dopo Armi e mestieri (2004) è stata allestita l’opera omnia delle Poesie 1960-2005 (2007), che ha dato slancio alla creatività degli anni più recenti, sfociata nelle raccolte Paesaggi inospiti (2009), Il professor Fumagalli e altre figure (2012) e Via provinciale (2017), quest’ultima a inaugurare una nuova stagione con Garzanti. Nel 2018 è uscita l’antologia personale Non ci saremmo più rivisti (Interlinea).
* * *
Da DALLO STESSO LUOGO
Coliseum, 1992
*
Come l’acqua del fiume si muove
contro corrente vicino alla riva
si disperde dentro fili d’erba
lontana dal suo centro
la memoria fa un cammino a ritroso
dove una materia incerta
torna con molti frammenti.
*
Brillava quel nome straniero
nell’insegna del negozio
sulla strada provinciale.
Vicino si trovava il maniscalco
con la sua clientela naturale.
Teneva ferma la zampa del cavallo
lo ferrava come si deve,
Ribatteva il chiodo sullo zoccolo.
*
Dalla curvatura del legno
si conosceva il modello
nella sua forma finita.
Con un attrezzo simile
si poteva colpire un passero
o una rondine forse
come era già accaduto
in pieno volo.
*
Dove il fitto bosco
scendeva con avvallamento profondo
verso un luogo nascosto
a un tratto gigantesco,
appariva mutato l’aspetto degli alberi
in quel punto
prendeva nome di orrido.
*
Quella strana colonia
di rari villeggianti
era dispersa.
Dei loro campi di tennis
e vani conversari
era rimasto un eco di saluti notturni
di biciclette che si allontanavano.
*
Nel prato vicino alla tipografia
davanti all’ufficio postale
era stata messa una giostra,
un tiro a segno di colore rosso.
Si notavano allora persone
mai viste prima
che si affrettavano ostili.
Sovrapposizioni
Nella sconnessione della strada
appariva il disegno
della via romana.
Dentro il lavoro degli scalpellini
si notava qualche pietra più antica.
Stava come lago in calma
segno di più remote lontananze
di non increspata superficie.
Da ALTRI VIAGGI
*
Da quel treno operaio
che fermava a tutte le stazioni
il paesaggio montuoso si allontanava.
il treno andava nella pianura
annottava.
*
Era una trappola per talpe
che aveva progettato, una tagliola
per la loro sortita allo scoperto
e del fumo insufflato nei cunicoli.
Ma era passato il tempo
si svolgeva un diverso avvenimento
anche noi diventati talpe
per il variare delle circostanze.
*
Si affumicavano i grandi alberi solitari. Da una piccola quantità di carburo si alzava una nube appiccicosa.
Era un sistema per sorprendere gli uccelli, cadevano dai rami a capofitto.
*
Da movimenti di scritture, illeciti trasferimenti di fondi traevano profitto i due infedeli funzionari di banca. Arrivavano lettere scritte in francese, naturalmente false:
«Messieurs, une autre occasion s’est présentée…».
*
All’entrata della stanza il giovane si era fermato. In un sacchetto di plastica portava due beccaccini.
Il padrone di casa sollevò a fatica la testa del cuscino.
«Fammi vedere soltanto i becchi» gli disse.