ECHI - RILETTURE. DA "YELLOW" di Antonio Porta

 

DA YELLOW di Antonio Porta (Milano, Mondadori 2002, a cura di Niva Lorenzini, Note di Fabrizio Lombardo).
Con la nota del risvolto di prima di copertina del volume.
  
 
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Invece che produrre un cancro alla gola
la poesia nutrita di buio
e tempo immobile, morto
produce un altro mondo,
che non può essere sognato
solo pensato e assomiglia
a lucente ricotta.
Così si allungano d'improvviso
le ombre alla fine dell'estate
e già producono l'antimondo
dell'inverno, all'inferno.
 
17.7.1986
 
  
 
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Cominciamo a fare l’amore?,
hai detto non ancora sveglia una mattina,
per tutta la notte ci eravamo solo sfiorati
con la punta delle dita, con i piedi
e ora per arrivare alla pienezza
sono bastate le tue parole
e un lieve bacio di addio sulle labbra
per sentire che i corpi si erano uniti nel sonno
più che nella veglia.
 
Nuovo diario, 4.9.1986
  
 
 
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Con questa lingua aerea
che non vuol farsi corpo
che non diventa dura abbastanza
per penetrarti come meriti,
puttanapoesia,
per farti inginocchiare
e dire la verità
che per essere veramente poeti
occorre un'intelligenza sovrumana

Nuovo diario, 16-9-1986 
 
 
 
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Prego che la poesia
                                                    per Andrea Zanzotto

Prego che la poesia
forte e pietrificata
in passato e futuro
voglia sgorgare adesso liquida
musica su da un pozzo inesauribile
(fin che l'uomo abiti la terra)
e questo scorrere sorgivo e antico
passa dal filtro mio
ma è poi di tutti,
insieme ci mettiamo in ascolto.

16.11.1986
  
 
 
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Ho un'idea: offrire
aranci della costa d'oro
alle porte della città gelata
arance tenute al caldo nel viaggio
e vendute fragranti appena colte,
come versi carichi di succo
colano dalle labbra, dalla bocca
troppo avida per non riempirsi
tutta.
Nuovo diario, 27.7.1985
 
 
  
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I punti di sospensione
 
 
Vedere solo si vede quello che si vuole
una foto sbiadisce poco a poco
e un volto, poi la figura intera scompaiono.
Dov’erano tracce di felicità, attimi
ora un grigio sbiadisce e se resiste
qualcosa, un sorriso molto tirato,
stupisce chi lo osserva
e la memoria rifiuta di saltare l’ostacolo.
Ma per capire fino in fondo che cosa
significa una cancellazione occorre
sentirsi cancellati, quando un’ombra
non è più un’ombra, un fiato, un vapore,
nel trionfo dei punti di sospensione…
 
6.12.1986
 
 
  
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Sono tornato per pochi minuti
nel luogo dei gigli dipinti
nel cerchio delle aureole della fresia
dove il canto è silenzioso insondabile
dove la voce che risuona è il colore
bianco dei petali, giallo dei pistilli
 
24.4.1988
 
 
  
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Il canto usciva dal ghetto
attraversava la luce del mattino
oltre il buio degli archi di mattoni.
Ora che il ghetto non c'è più
sepolto sotto le bombe,
sento cantare in un altro quartiere
dalla luce di una finestra al piano terra
aperta dopo anni di silenzio.
 
19.3.1989 
 
 
  
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11.
 
Comincio a vedere una scala appoggiata
a una casa che non c'è, alla finestra
la donna che mi guarda prima cantava
nascosta dall'apparizione luminosa,
c'è molto sole, come non fosse inverno,
quando mi accorgo dell'inganno mi ricordo
l'ultimo canto l'ho desiderato troppo tempo fa, prima
di rimanere sepolto da un cumulo di macerie.
 
17.1.1988 
 
 
 
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2.
 
Per diventare albero
fa uscire le gemme dal muschio
occorre un terreno più morbido e cauto
e senza veleni. Per questo,
compagno che ascolti, conserva
queste parole, segnali del dove
del come dalla morte che incrosta
ci libera la pioggia che increspa.
È solo il senso che affermo:
ha forma di albero informe,
un melo, un arancio più scuro.
Io sono una ragazza di lucida scorza
di foglie che annusano il seme
che bevo.
Non ho né principio né fine
ch’io possa vedere o palpare,
mi puoi annusare, odorare,
svanire.
 
Finito di scrivere il 1.2.1985
 
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"Nel 1989, quando arrivò improvvisa la morte a chiudere il suo lavoro nel pieno della maturità, Antonio Porta stava elaborando il progetto di un nuovo libro. Ragionando sui suoi appunti e sulle sue carte, la moglie Rosemary e Niva Lorenzini hanno potuto realizzare quest'opera, che ci dà modo di cogliere un momento, al tempo stesso di continuità e sviluppo, di una delle figure più rilevanti della poesia europea del secondo Novecento. Un enunciato essenziale e provocatorio degli ultimi anni di Porta fu la proposta di una "sfida orizzontale della comunicazione", una sfida che esprimesse la necessità di uscire da un linguaggio poetico chiuso su se stesso per affrontare con istanze aperte l'interlocutore. Ecco allora la forma-diario, decisiva in queste pagine, dove il poeta rifiuta una verticalità lirica, che considera illusoria, per dare campo alla materialità e alle angosce del quotidiano. Ma Antonio Porta non era poeta che potesse fermarsi, neppure all'interno di uno stesso libro, alla prospettiva di un unico orizzonte di sperimentazione vitale. Aveva infatti scritto: «Non mi sono mai appagato di una forma, ho sempre cercato di provocarne molte». Eccolo allora, dal diario, passare al canto, ulteriore spazio irrinunciabile per la poesia. E infine alla riflessione lirica sull'origine del proprio esserci, come nell'emozionante Poemetto con la madre, dove si chiude quest'opera postuma. Yellow, splendido testo incompiuto, acuisce allora il nostro rimpianto per ciò che è stato interrotto dal destino, ma sa mirabilmente compensarlo con la grandezza del suo esito."
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Antonio Porta (Vicenza 1935 - Roma 1989), tra i protagonisti della neoavanguardia e del Gruppo 63, presente nell'antologia I Novissimi, pubblicò la sua prima raccolta complessiva, I rapporti, nel 1966. Quanto ho da dirvi (1977) è il libro che riunisce tutte le sue poesie del periodo 1958-1975 e fu seguito da Passi passaggi (1980), L'aria della fine (1982), Invasioni (1984), Melusina (1987) e Il giardiniere contro il becchino (1988). Un'antologia delle sue Poesie 1956-1988, a cura di Niva Lorenzini, è uscita negli Oscar Mondadori nel 1998. Autore anche di opere di narrativa, teatro e saggistica, Antonio Porta svolse un'importante attività di organizzatore culturale, giornalista, critico letterario e traduttore.